Notes, 13 gennaio 2014
Tempo di lettura: 2 minutiMisericordia. Il Papa ha annunciato un concistoro per la creazione di nuovi cardinali, che si terrà il 22 febbraio. Come prevedibile, Francesco ha scelto pastori e non teologi, infranto prassi consolidate, che è altro dalla tradizione, scegliendo cardinali in diocesi mai state sedi con “diritto” alla porpora (smontando quel meccanismo carrieristico, degenerato negli ultimi decenni, che induceva ad aspirare a queste per accedere al cardinalato) e scegliendo tra le periferie del mondo e non nel presunto centro, ovvero il mondo occidentale. Lo Spirito soffia dove vuole, questo, in fondo, il significato delle nomine di ieri.
C’è chi ha voluto interpretare queste scelte come un portato del “progressismo”, qualcosa che ha che fare con il Concilio, al quale Francesco sta dando corpo. Ma anche in questo caso aiuta la tradizione: come scritto altre volte, ai tempi di Agostino era ovvio a tutta la cristianità che il Signore aveva scelto il vescovo di quella lontana diocesi di periferia per parlare alla sua Chiesa. E non era nemmeno cardinale (né Papa)! Questa la Chiesa del Signore, questa la dinamica dello Spirito che soffia dove vuole e sceglie chi vuole. Quanti presiedono nella carità la Vigna del Signore sono chiamati ad assecondare questa dinamica e dargli spazio. È quello che tenta di fare Francesco.
Sia consentita una seconda nota, riguardo all’Angelus di ieri, nel quale Francesco ha detto al popolo di Dio: «Questo è il grande tempo della misericordia!». Parole di commovente conforto per quanti a lungo hanno atteso qualcosa del genere. Non si tratta di fare classifiche di Papi, sminuirne altri per innalzare l’attuale. È che la situazione della Chiesa e del mondo hanno reso evidente che l’unica via possibile per vivere e testimoniare Gesù è nella misericordia e attraverso la misericordia. Questa la strada che il Signore ha indicato alla Sua Chiesa, la strada sulla quale l’ha portata per mano attraverso le impervie difficoltà che hanno rischiato di travolgerla. La via maestra che rende altri aspetti del cristianesimo se non secondari, conseguenti. E impossibili senza la precedente misericordia del Signore.
Piace a questo proposito riportare una frase di don Luigi Giussani, uno dei tanti che hanno a lungo atteso qualcosa del genere: «Posizione giusta di fronte al Signore non è quella di chi non sbaglia o non ha sbagliato, ma quella di chi non pretende (pre-tende); non pretende qualche cosa prima, prima della Sua venuta. Per questo la parola misericordia deve essere consapevolmente innalzata davanti agli occhi del popolo cristiano il più possibile».