Notes, 9 maggio 2013
Tempo di lettura: < 1 minuteIl 9 maggio del ’78, in via Caetani, veniva rinvenuto il cadavere di Aldo Moro, ucciso dalla barbarie terrorista. Nell’udienza generale del giorno successivo, Paolo VI disse: «Bisogna che la bontà delle idee e delle opere di tutti sia più presente e più operante nel nostro mondo, affinché gli sia risparmiata la degenerazione di cui la ingiusta e tragica fine d’un uomo di Stato, buono, sereno, colto e pio come fu Aldo Moro è un segno che fa paura e rossore. Noi desideriamo a tal fine pregare per lui, per i suoi familiari e per tutta questa società, che ci circonda e per la quale noi abbiamo, tanto di più quanto più tristi si prospettano i tempi, il nostro pastorale interesse e la nostra paterna affezione. Pregate, soffrite ed amate anche voi».
Quella degenerazione del mondo, di cui la morte di Moro fu “segno” in quel terribile ’78, è ancora tragica attualità; in questi “tempi tristi” di cui quell’assassinio fu funesta premonizione.