Una preghiera bambina per la Siria
Tempo di lettura: < 1 minutePer il primo giugno, nella giornata internazionale del bambino, i patriarchi e i vescovi cattolici e ortodossi della Siria hanno chiesto ai bambini del loro Paese di unirsi in preghiera perché sia concesso al loro Paese il dono della pace.
Una iniziativa promossa dalla Chiesa che soffre, che domenica papa Francesco ha invitato ad accogliere e ad accompagnare con la nostra, certo più povera, preghiera.
Bello che come “patrono” di tale momento di preghiera sia stato scelto il bambino Gesù che con una mano regge il mondo e con l’altra lo benedice (nel caso specifico la statuetta di Praga). Quel bambino Gesù che, come i bambini siriani, ha voluto farsi inerme nonostante la sua onnipotenza. E come loro ha conosciuto l’odio del mondo, tanto da dover essere riparato da Maria e Giuseppe, esule, in Egitto.
Una preghiera bambina alla quale così, di lontano, possiamo partecipare per grazia anche noi, poveri peccatori. Di fronte alla potenza del mondo, tale iniziativa palesa tutta la sua inermità. Che però può dire, con le parole di papa Benedetto XVI: Signore «ti ringraziamo per la tua bontà, ma ti preghiamo anche: mostra la tua potenza»
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