Speranza. Notes, 27 luglio 2014
Tempo di lettura: 2 minutiSperanza. Piace riportare una frase che Francesco ha detto nell’omelia della messa celebrata a Caserta: «Quando sono arrivato, uno di voi si è avvicinato e mi ha detto: “Padre ci dia la speranza”. Ma io non posso darvi la speranza, io posso dirvi che dove è Gesù lì è la speranza». Così è della vita cristiana e della Chiesa del Signore, che non vive né conserva la fede grazie a Papi, cardinali e vescovi, ma solo e soltanto per la sovrannaturale grazia di Dio, che sceglie chi vuole quando vuole. Così che un ignoto parroco di Gaza, in un momento di tempo, può testimoniare la fede più di qualsiasi altro sulla terra. Una frase del Papa che conforta e rende grati, antidoto alla papalatria (non si tratta, ovviamente, di un giudizio sulla persona che ha interloquito con il Papa, che magari ha più fede di me) e idolatrie similari.
Novità: Piccolenote ha trovato un nuovo collaboratore, Fabrizio Fava. Si occuperà di politica internazionale (al momento, magari poi anche di altro, la vita riserva sorprese). Serviva per approfondire alcuni temi che il tempo ristretto non consente di affrontare. È bravo e simpatico e ne sono grato e confortato.
Precisazione. Dal momento che alcuni mi hanno chiesto, credo sia utile, a beneficio di altri, una precisazione sul titolo dell’articolo su don Tommaso Latronico pubblicato nella rubrica Come in cielo: Tutto è sempre grazia, la continuità è data sempre da un nuovo inizio. Era stata scelto questo titolo in particolare per la seconda parte riguardante i nuovi inizi di una vita di grazia (personale o meno). Ma messa così, tronca, poteva apparire criptica. Da qui la necessità di mettere anche la prima parte, anche se poteva prestarsi a equivoci, che speravo fossero dissipati dalla lettura del testo (riportarla nel titolo cambiandola mi sembrava mancanza di rispetto per l’autore).
E però, forse occorre una chiarificazione. C’è un modo di dire tutto è grazia che appartiene al panteismo gnostico. Nel mondo, infatti, agisce anche il diavolo e c’è il peccato.
Nella sua sintesi, don Tommaso voleva semplicemente dire che ciò che di buono, di felice accade nella vita, ciò che che ci conserva alla fede, alla speranza e alla carità è (tutto) solo dono del Signore. Sua grazia appunto; non esito del nostro pensiero o del nostro agire. Questo, non altro, il senso della frase in questione.
Perdonanza. Ricordando che agli inizi di agosto la Chiesa, grazie all’intercessione di san Francesco, concede la possibilità ai suoi fedeli di accedere alla Perdonanza di Assisi, rimandiamo a una nota precedente che ne illustra le condizioni (e altro).