Un Notes per Amatrice e dintorni
Tempo di lettura: 2 minuti«Una statua della Vergine Maria si erge tra le macerie di una nicchia di Pescara del Tronto, uno dei luoghi più devastati dal terremoto che ha colpito il centro Italia nella notte del 24 agosto e che ha causato la morte di decine di persone
». Tanti i racconti riguardanti il sisma che ha devastato Amatrice e dintorni. Tante le storie commosse e commoventi che ci hanno inondato, tramite media, in questi giorni infausti per l’Italia.
Riportiamo quella di questa Madonnina non tanto perché più alta o commovente di altre (difficile, ad esempio, non commuoversi per la lettera abbandonata sulla bara della piccola Giulia), quanto perché, nel suo piccolo, sembra abbracciarne tante e diverse.
E perché sembra indicare uno spiraglio tra le rovine che l’attorniano. Di conforto per il cuore, in mezzo a tanta ruina. Un’apertura nella quale infilarsi per ricercare, di nuovo e ancora, la via della speranza, com’è accaduto a quanti, fortunati, sono riusciti a sfuggire dalle loro case che il sisma aveva trasformato in trappole cattive.
Significativo che a riportare la notizia del rinvenimento di questa statuina, integra tre le maceria (a immagine, per chi crede, dell’integrità immacolata della Madonna), sia stata la Repubblica, giornale non certo cattolico.
A indicare che al mondo certe “cose” cristiane, spesso snobbate in ambito ecclesiale perché appartenenti al passato, invece interessano e toccano il cuore più di tanti discorsi e iniziative cattoliche.
Indicativo in tal senso anche che all’udienza generale papa Francesco abbia riposto la catechesi preparata per l’occasione per affidarsi e affidare tanto dolore alla semplice recita del rosario.
Così anche noi ci attestiamo su questa povera preghiera, senza sprecare ulteriori inutili parole.
Per chi vuole aiutare le vittime del sisma, previo intelligente suggerimento, indichiamo ai nostri lettori la via meno tortuosa, quella che passa attraverso il Comune di Amatrice (cliccare qui per visionare l’Iban sul sito ufficiale).