Usa: le Big Tech a rapporto al Congresso. E' la prima volta
Tempo di lettura: 2 minutiMercoledì i colossi delle Big Tech sono chiamati a rapporto dal Congresso degli Stati Uniti, nella cui sede dovranno chiarire taluni aspetti della loro attività.
L’audizione, scrive Julia Carrie Wang su The Guardian, arriva dopo “più di un anno di indagini da parte della sottocommissione antitrust della Camera” guidata da David Cicilline, affiancata da inchieste parallele condotte dalla Federal Trade Commission e dal Dipartimento della giustizia.
È la prima volta che le autorità degli Stati Uniti prestano attenzione a questo settore tanto importante e strategico, dopo l’inchiesta su Microsoft degli anni ’90. Infatti, “nel corso dei decenni successivi – scrive la Wang – una nuova generazione di colossi tecnologici è arrivata a dominare in maniera più ampia e articolata vari settori dell’economia, con un controllo pressoché minimo da parte degli organi dello Stato”.
Nell’articolo della Wang, tante le questioni aperte, che sono a tema nell’audizione, che vedrà sfilare davanti ai rappresentanti del popolo americano alcuni dei più ricchi e potenti uomini del mondo, da Jeff Bezos (Amazon etc.) a Tim Cook (Google, Alphabet etc.) a Mark Elliot Zuckerberg (Facebook, Instagram etc.).
Inutile farsi troppe illusioni su una svolta radicale riguardo al dominio della rete, e non solo di quella, da parte dei pochi e potenti. Nonostante questo, il fatto che si possa almeno ipotizzare che i colossi delle Big Tech debbano comunque rispondere a qualcuno (anche in Europa, si spera), può favorire, un domani, l’insorgere di una qualche novità positiva in un settore tanto nevralgico che, ad oggi, è consegnato all’illegalità più totale (nel senso di assenza di leggi e di controlli).
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