Un uomo solo può fermare la storia: i vigili e i carri armati per l'Ucraina
Tempo di lettura: 2 minutiNon ci saranno stati Totò e Peppino al volante, ma “tre carri armati Pzh 2000 diretti in Ucraina, e provenienti dalla base militare di Persano (Salerno), sono stati fermati dalla Polizia Stradale di Napoli, al casello di Mercato San Severino dell’autostrada Salerno-Caserta, perché i trattori e i semi-rimorchi delle ditte private incaricate del trasporto erano sprovvisti della carta di circolazione e la prevista revisione periodica era scaduta”.
“Inoltre, uno dei conducenti non aveva l’autorizzazione per guidare mezzi di trasporto eccezionali”. (ANSA).
Fino a qui la notizia che dipinge il solito ritratto di un Italia chiassosa (nei proclami) e approssimativa (nei fatti).
Poi comincia il balletto delle smentite e delle correzioni. I carri non sarebbero stati diretti verso l’Ucraina, ma altrove (Germania (SkyTg24), non erano tre ma cinque etc etc etc.
E però la scenetta, vera o falsa che sia, dei vigili che fermano con la loro paletta i carri armati spediti in Ucraina ha avuto l’effetto di far riemergere nella nostra memoria un ricordo lontano quanto sopito.
Al di là dell’ironia attuale contro la tragedia di allora, ci ha fatto rimembrare la scena dell’omino cinese che, a piazza Tienanmen, fermava col suo corpo i carri armati diretti contro la folla inerme.
“Un uomo solo può fermare la storia”, fu lo slogan azzeccato che accompagnò quella storica scena (anche se, purtroppo, fu sosta breve) come una paletta può fermarla adesso.
In una chiave vagamente simbolica, per restare nel campo dell’ironia, l’accidentale rinvio al mittente dei carri armati diretti in Ucraina (pur se la destinazione è risultata aleatoria), potrebbe essere letto come un messaggio criptico riguardo la nuova disposizione bellica dell’Italia atlantista-draghiana che, nonostante le smentite dell’amerikano Amato (che improvvidamente è stato posto a presiedere la Corte Costituzionale), è in netto contrasto con la Costituzione, redatta nel dopoguerra da chi la guerra l’aveva vista da vicino e ne conosceva gli orrori e le tante, indicibili, contraddizioni.
In appendice, resta la domanda sull’approssimazione delle cose italiche, dove un trasporto tanto eccezionale si può muovere senza le carte in regola e senza nessun coordinamento del caso, alla stregua di un carico di banane. E dire che con Draghi ci era stato detto che i treni, e i carri armati, sarebbero arrivati in orario.