Arabia saudita: la guerra dei principi
Tempo di lettura: 3 minutiMohamad BIn Nayef attacca sul suo blog il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohamed bin Salman. Lo scritto è riportato da al Manar, sito vicino a Hezbollah.
Un attacco serio, dato che bin Nayef era il principe ereditario del Regno prima che l’attuale lo scalzasse e prendesse brutalmente il suo posto.
Se l’ex principe ereditario è uscito allo scoperto, dopo mesi di oblio, e in maniera tanto esplicita, vuol dire che non parla per se stesso, ma anche per altri e importanti.
L’Arabia Saudita di Mohamed bin Salman
Bin Nayef rimprovera al rivale l’appiattimento dell’Arabia saudita ai desiderata Usa. In particolare il suo consenso, decisivo, allo spostamento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme.
Un tradimento, perché “al-Quds è l’eterna capitale della Palestina“, scrive Bin Nayef. Bin Salman e la sua cricca cercano di cambiare l’identità del popolo saudita, prosegue l’ex principe, precipitando il Regno “nell’abisso”.
Non solo: gli rimprovera la guerra yemenita, che sta convincendo i ricchi yemeniti a lasciare l’Arabia saudita.
Inoltre la sua politica volta a fare di Ryad la nazione egemone del mondo arabo starebbe incrinando i rapporti con gli altri Paesi arabi, che si vedono prevaricati.
Indica poi negli Emirati Arabi Uniti, sodali del principe, una “minaccia per la sicurezza nazionale”, dal momento che loro uomini si stanno infiltrando nei gangli vitali del potere saudita, stanno acquisendo parte dello Yemen e “conquistando i porti del Mar Rosso”.
Inoltre bin Nayef critica la vacuità della politica estera del rivale, che ha consentito all’Iran di allargare la propria sfera di influenza. E però, a sorpresa, bin Nayef non considera Teheran una minaccia per il Regno.
Una posizione opposta a quella vista negli ultimi anni, con Teheran e Ryad ingaggiate in uno scontro mortale.
Il raffreddore di Mohamed bin Salman
Una presa di posizione importante quella di bin Nayef. Che fa pendant con la notizia che sta rimbalzando su siti e media arabi: il principe Mohamed bin Salman non si vede in pubblico dal 21 aprile.
Tra l’altro, nota il sito iraniano Fars, nessuna foto lo ritrae con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, giunto a Ryad il 28 aprile in visita ufficiale.
Se si considera che egli è “prolifico in termini di annunci e tweets” (citiamo sempre al Manar), la sua scomparsa assume un rilievo ancor più significativo.
Una data non casuale il 21 aprile, perché proprio in quella notte ci fu un attacco al palazzo reale. Una notizia minimizzata dai media mainstream che parlarono di un banale incidente.
Ma che oggi riprende a circolare: il principe sarebbe rimasto ferito gravemente nell’attacco.
Possibile, come no. Nel caso specifico, le informazioni sulla Corte ricordano quelle dell’era sovietica. Così ci adeguiamo e scriviamo che Mohamed bin Salman ha il raffreddore.
Detto questo, il fatto che Mohamed bin Nayef abbia attaccato così apertamente il giovane “usurpatore” indica che il raffreddore è forte.
Bin Salman e Jared: simul stabunt simul cadent
Ciò detto, va ricordato che l’ascesa di Mohamed bin Salman fu favorita da Jared Kushner che, in qualità di genero del presidente, ha gestito la lungo la politica mediorientale Usa.
Fu proprio Jared ad aiutare il piccolo principe a prendere il potere a Ryad con un golpe in stile “repubblica delle banane”.
Sempre con Jared il piccolo principe pianifica di destabilizzare il Libano attraverso il rapimento del primo ministro Saad Hariri.
Il fallimento di quell’improvvido piano offusca la stella di Jared, il cui ruolo in seno all’amministrazione Usa viene ridimensionato. Da allora l’attivismo di bin Salman scema.
Significativo che l’attacco di bin Nayef al piccolo principe avviene tre giorni dopo il “ritorno” di Jared, il quale ha presenziato per conto degli Stati Uniti all’apertura della nuova ambasciata Usa in Israele.
Proprio il consenso alla nuova legazione diplomatica Usa risulta il richiamo più aspro indirizzato da bin Nayef al sodale saudita di Jared.
Nodo gordiano della controversia arabo-israeliana, la contesa su Gerusalemme rischia di diventare un nodo scorsoio per il piccolo principe saudita.