Francia: il Terrore di Lakdim
Tempo di lettura: 3 minutiIl Terrore torna a ruggire in Occidente, a Trèbes, nel sud della Francia: Redouane Lakdim ruba una macchina a Carcassone, uccidendo il conducente e ferendo un passeggero.
La ricostruzione e lo scambio di Lakdim
Dopo aver sparato a dei poliziotti, ferendone uno in modo grave, entra in un supermercato dove spara uccidendo due persone e ferendone altre.
Tutti fuggono, ma Lakdim prende una donna. Un agente si offre in cambio dell’ostaggio, mentre la sicurezza, intervenuta subito, circonda il negozio.
Lo scambio è accettato. L’agente eroe lascia però il cellulare acceso. I suoi colleghi, fuori, seguono quanto avviene e, quando sentono sparare, intervengono abbattendo Lakdim.
L’uomo ha gridato “Allah Akbar”, che era dell’Isis e che ha chiesto di liberare un terrorista recluso. E l’Isis ha rivendicato.
Lakdim era un piccolo delinquente “seguito” dai servizi segreti, ha spiegato il ministro dell’Interno francese Gerrard Collomb, ma “noi pensiamo che non era radicalizzato” ha precisato.
Una radicalizzazione improvvisa, dunque, come spesso detto in passato per casi simili, spiegando l’inspiegabile con una formula magica.
Resta il mistero del perché uno degli agenti del Terrore, folli assassini votati alla morte, abbia accettato lo scambio di prigionieri.
Un’umanità che tali agenti non hanno, come ha dimostrato anche Lakdim ieri sera. Per di più ha accettato lo scambio con un poliziotto, molto più difficile da gestire, come si è visto, che una civile.
Come desta domande il fatto che il poliziotto eroe “poco tempo fa, aveva organizzato un’esercitazione con i suoi uomini proprio dentro un supermercato: aveva voluto simulare un attacco terroristico” (“Terrore Isis a Trèbes Il poliziotto eroe lotta contro la morte” Repubblica).
Esercitazioni del genere portano sfortuna: è accaduto per l’attentato al concerto di Ariana Grande a Manchester, per l’attentato alla Metro di Londra e altri.
Resta il doveroso omaggio che la Francia sta tributando al suo poliziotto eroe, colpito ieri e morto dopo ore di agonia.
Il messaggio di sangue del Terrore
Colpisce la tempistica dell’attentato. Avviene nel giorno in cui il superfalco John Bolton diventa Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Come accennato altrove, la sua nomina potrebbe portare una nuova aggressività Usa in Medio oriente (il condizionale è d’obbligo).
Di certo aumenterà la spinta per revocare l’accordo sul nucleare iraniano. Iniziativa che innescherà nuova destabilizzazione nella regione.
L’Agenzia del Terrore, che ha dimostrato in questi anni di avere grandi capacità strategiche, sente l’odore del sangue.
Una rinnovata instabilità in Medio oriente le offre nuove opportunità di manovra e reclutamento.
Opportunità accresciute dal fatto che i neocon, di cui Bolton è uomo-simbolo, reputano la Russia e i suoi alleati (tra cui Iran e Siria) più pericolosi dell’Isis (così John McCain, adepto di peso del circolo in questione).
Da qui la necessità per l’Agenzia di dare un segnale di vitalità. Un modo per dire ai Paesi impelagati nella conflittualità mediorientale e alle masse arabe che sono ancora in gioco e pronti a rilanciarsi.
Colpire in Francia ha una valenza accessoria: Parigi più di altri si sta spendendo per conservare l’accordo con Teheran.
L’Agenzia del Terrore ha voluto così inviare un segnale: le forze stabilizzanti saranno oggetto di destabilizzazione.
Il fatto che l’attentato sia di portata limitata rispetto ad altri indica una flessione delle capacità organizzative dei terroristi.
Lo scontro tra le forze della stabilizzazione e della destabilizzazione durerà tempo. L’esito, per fortuna, è ancora incerto.