Gaza: la guerra degli aquiloni
Tempo di lettura: 3 minutiTamburi di guerra in Israele per una nuova guerra a Gaza (vedi Timesofisrael e Debkafile). Tutto è pronto per la guerra degli aquiloni, quelli che da Gaza, da qualche tempo, fanno volare oltreconfine.
Dalle manifestazioni agli aquiloni incendiari
Si tratta di aquiloni ai quali è assicurato del materiale incendiario che, quando tocca terra di là del confine, a volte infiamma prati e campi.
Una strategia che Hamas ha adottato dopo la fine delle manifestazioni al confine di Gaza, dalle quali è uscita vittoriosa sotto il profilo dell’immagine a causa della censura internazionale per l’eccessiva reazione israeliana. Tanto che Tel Aviv è stata costretta a trovare un accordo con i suoi avversari.
Ma, nonostante l’accordo, è rimasta l’emergenza umanitaria e la pietra di scandalo che aveva dato vita alle proteste, ovvero il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte dell’America.
Da qui l’inizio di una nuova modalità di pressione su Tel Aviv, con gli aquiloni incendiari, tattica nuova e, benché non particolarmente devastante, di notevole disturbo.
Soprattutto perché evidenzia la fragilità dell’apparato militare israeliano, capace di annichilire qualsiasi opzione offensiva proveniente dalla Striscia ma impotente di fronte a dei banali aquiloni, contro i quali risultano del tutto inutili i sofisticati apparati difensivi.
La situazione si è aggrovigliata, in un crescendo di moniti da parte israeliana e di risposte di Hamas. E sono iniziati anche a volare razzi dalla Striscia e conseguenti bombardamenti israeliani. Sabato scorso lo scambio di colpi più intenso, dopo il quale Hamas ha decretato un incerto cessate il fuoco.
Ma a innervosire il governo di Tel Aviv resta il continuo lancio di aquiloni. Tanto che domenica, alla riunione del gabinetto di sicurezza, si è registrato uno scontro al calor bianco tra il ministro dell’Istruzione, il falco Naftali Bennet, e il capo di Stato Maggiore, generale Gadi Eizenkot.
La guerra degli aquiloni: esercito vs politica
Lo scontro è riferito da Yediot Ahronot, che riporta la richiesta di Bennet di sparare contro quanti lanciano gli avversi aquiloni. “Non penso che sparare ad adolescenti e bambini – a volte sono questi a lanciare palloncini e aquiloni – sia giusto”, la secca risposta del generale.
“E se fosse un adulto?”, la domanda dell’altro. “Stai proponendo di sganciare una bomba da un aereo su un uomo intento a far volare un palloncino o un aquilone incendiario?”, la replica di Eisenkot, il quale, alla risposta affermativa dell’altro, aggiungeva di non essere affatto d’accordo perché “contro le mie posizioni operative e morali”.
Uno scambio di opinioni più che interessante. Che viene confermato da un articolo di Hareetz di ieri, nel quale Amos Harel spiega che non c’è alcun motivo di fare una guerra per gli aquiloni incendiari e che il primo a non volerla è proprio l’esercito israeliano. Anche perché “finora [gli aquiloni] non hanno causato un graffio a un solo israeliano”.
Nell’articolo, Arel ricorda che il problema non sono gli aquiloni, ma ben altro. Infatti, l’esercito israeliano ha da tempo allertato il governo riguardo “il pericolo derivante dalla creazione di una crisi umanitaria a Gaza e ha raccomandato di adottare misure economiche per alleviare la situazione”.
Una raccomandazione che seguiva analogo allarme dell’intelligence militare, che a suo tempo aveva inoltrato un “avvertimento strategico” sul rischio di rivolte conseguenti alla situazione umanitaria di Gaza.
Ma a quanto pare la classe politica israeliana, che ha denunciato con forza e insistenza la minaccia degli aquiloni, “sta diventando prigioniera” delle sue stesse dichiarazioni, sempre più minacciose contro Hamas.
E se non cambierà qualcosa, il Paese continuerà ad approcciarsi “pericolosamente a una guerra non necessaria contro Hamas”.