18 Aprile 2018

Pompeo: missione segreta in Corea

mike pompeo
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Ieri Trump ha annunciato che Mike Pompeo nella settimana di Pasqua si è recato in Corea del Nord per incontrare il presidente Kim Jong-un, presumibilmente per definire le modalità di un prossimo incontro tra questi e il presidente degli Stati Uniti.

Una notizia che avevamo in qualche modo anticipato quando facemmo la nota dal titolo Trump si affida a Pompeo per incontrare Kim.

Il cammino del dialogo tra Stati Uniti e Corea del Nord procede dunque a passi spediti. Il fatto che Trump abbia dato pubblicità all’incontro segreto del capo della Cia (in procinto di diventare Segretario di Stato) proprio ieri non sembra affatto casuale.

Infatti, ieri il presidente americano si è incontrato con Shinzo Abe. Il presidente del Giappone sembra essere alquanto agitato dalla possibilità di un calo di tensione in Estremo Oriente.

Ciò perché la tensione Usa-Corea del Nord gli ha guadagnato in questi anni un rapporto del tutto privilegiato con la Casa Bianca, dal momento che ha consentito  al Giappone di presentarsi come baluardo necessario di Washington in funzione anti-Pyongyang e anti-Pechino.

La denuclearizzazione della penisola coreana e la conseguente pacificazione della regione rischia di lasciare il Giappone con il cerino in mano. Da qui la necessità di tranquillizzare Tokio.

Lo ha fatto la Cina, inviando nell’isola nipponica il ministro degli Esteri Wang Yi, che ha incontrato il segretario del partito liberal democratico (quello di Abe) Toshihiro Nikai. Lo sta facendo Trump, che ospita appunto Abe.

Ma a scanso di equivoci, il presidente americano ha voluto far sapere a tutti che la visita del premier giapponese non cambia la sua agenda politica. Il presidente degli Stati Uniti resta determinato a trattare e a risolvere la crisi coreana.

Sulla vicenda c’è un altro sviluppo che val la pena riportare. Lo riprendiamo dalla nota dell’Agenzia di stampa britannica Reuters: “Le due Coree, in vista del vertice tra i leader [dei due Paesi] che si terrà la prossima settimana, stanno discutendo un accordo di pace che potrebbe determinare la fine ufficiale dello stato di guerra, tecnicamente ancora valido, poiché la fine della Guerra coreana del 1950-53 si è  conclusa con un armistizio e non con un trattato”.

Non sarà facile, ma già l’incontro tra i due presidenti è storico e foriero di sviluppi virtuosi. Con ricadute globali.

 

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