Adis Abeba: Tillerson e Lavrov nello stesso albergo...
Tempo di lettura: 2 minutiTillerson e Lavrov si sono ritrovati nella stesso albergo ad Adis Abeba, come indica un articolo di Raffaella Scuderi sulla Repubblica del 9 marzo.
La capitale dell’Etiopia è stata scelta dai ministri degli Esteri dei due Paesi per dar inizio a un tour africano teso ad aprire nuovi spazi ai commerci delle due nazioni, inseguendo la Cina che da anni guarda e opera nel Continente nero.
Ma un curioso incrocio del destino ha fatto sì che i due, nello stesso giorno, fossero ospiti nello stesso hotel: lo Sheraton.
Solo una coincidenza, segnala la cronista della Repubblica. Tanto che i due si sono evitati e hanno anche bisticciato via Facebook.
Ma in geopolitica non si danno coincidenze, se non per eccezioni che confermano la regola. E il bisticcio pubblico sembra più una cortina fumogena, più un’excusatio non petita che altro e più piano.
Viaggi di tal genere si organizzano con cura, anche nei particolari.
Detto questo, i due hanno accuratamente evitato di incontrarsi, certo.
Troppi i fattori ostativi: la tempesta maccartista che sta scuotendo l’Occidente e l’inchiesta sul Russiagate che imperversa in America non consentono molti spazi di libertà a Tillerson.
Eppure sembra alquanto difficile credere che i due non abbiano comunicato. Nei modi e nelle forme proprie delle trattative segrete.
E se hanno comunicato, deve essere stato per qualcosa di importante.
Tante le criticità sulle quali le due potenze rischiano di entrare in collisione diretta.
Due su tutte, almeno negli ultimi tempi: la crisi coreana e la tempestosa situazione mediorientale.
Se la prima non ha bisogno di mediazioni ulteriori, stante che basta quella sudcoreana (come visto in questi giorni), quella mediorientale è altra cosa.
La tempesta che attraversa la regione rischia di provocare conflittualità di interesse globale. E né Stati Uniti né la Russia vogliono tale eventualità.
Così, nonostante i contrasti, è più che possibile che sia stato questo il tema di una qualche comunicazione segreta.
Non si tratta di risolvere il complicatissimo rebus mediorientale: non ci sono le condizioni e neanche la volontà, a causa degli interessi divergenti delle due potenze.
E però tentare di rendere la situazione meno a rischio imprevisti è necessità comune…
A tale casuale consesso ho dedicato un articolo degli Occhi della Guerra, al quale rimando (cliccare qui).
Nota a margine. Di ieri l’intervista della Tv americana Abc a Vladimir Putin, che ha elogiato il suo omologo statunitense. Segnali di distensione da non sottovalutare.