Xi Jinping, l'Impero d'Oriente e d'Occidente
Tempo di lettura: 3 minutiCon il prolungamento a vita della presidenza di Xi jinping la Cina ha trovato il nuovo imperatore d’Oriente. Finisce così la lotta interna al partito e all’apparato cinese, sottotraccia ma virulenta, imperversata in anni di transizione.
Non è la vittoria di Xi jinping, ma di una idea di Cina e di come essa si rapporterà al mondo. Che ha trovato convergenze sempre più forti e individuato il timoniere adatto.
Xi Jinping e la Nuova via della Seta
A Xi Jinping è stato consegnato un potere assoluto, come solo Mao nel passato. E ciò perché per realizzare quanto immaginato servono anni di stabilità. Da qui la chiusura delle lotte dinastiche.
Tale stabilità è necessaria a sviluppare la Via della Seta, proiezione globale del Dragone lungo l’antica via del commercio cinese, con rivoli che quella non ha conosciuto.
Uno sviluppo immaginato secondo la formula win to win: guadagnare consensi globali distribuendo benefici.
Uno sviluppo che correrà parallelamente a un incremento del benessere interno: impensabile immaginarsi come prima potenza del mondo con intere aree preda della povertà.
Uno sviluppo economico che però non vuole rinunciare ai vantaggi della Finanza. Con una differenza rispetto all’Occidente: se qui la Finanza domina, Pechino non vuole abdicare al primato della politica. Differenza non da poco.
Tale sviluppo necessita un apparato militare adeguato: l’odierno non la mette al riparo dai marosi. Tanto che oggi non può prescindere dall’appoggio dell’apparato militare della Russia.
L’incremento dell’apparato difensivo del Dragone prevede non solo il presidio delle aree asiatiche sui quali insistono i suoi (asseriti) interessi, come il Mar cinese meridionale, ma anche una proiezione globale: da qui le portaerei e le basi militari d’oltremare.
Il confronto tra i due Imperi
Tale impero è il vero avversario dell’Impero d’Occidente. Che tenta di contenerlo usando della crisi coreana (da qui la sua insolvibilità nonostante le impensabili aperture di Pyongyang), dei vari vassalli d’Oriente e con azioni di contrasto nelle aree interessate alla Nuova Via della Seta.
Inoltre, l’opera di contrasto mira a privarla del suo attuale presidio difensivo. Da qui i molti problemi della Russia.
All’Impero d’Oriente in piena ascesa si contrappone un Impero d’Occidente che ha assunto alcuni caratteri della decadenza romana.
Imperatori deboli (Bush, Obama, Trump) e un potere politico sempre più appannaggio dei generali. Oltre a una crisi economica sistemica, a fatica mascherata da una Finanza virtuale (che non giova alla solidità dell’Impero, anzi).
Tale Impero ha l’ossessione di perdere. È quindi tentato da uno strike in grado di azzerare o destabilizzare in via permanente l’avversario.
Anche se tale mossa comporta la fine del mondo come noi lo conosciamo. È l’opzione apocalisse, appannaggio degli esoterici circoli neocon (i generali di cui sopra).
Un’opzione più realista, immaginata da altri generali e politici influenti, è quella di rimettere in sesto l’Impero attraverso cambiamenti geopolitici, in particolare rendendo più saldo l’asse Europa – Usa.
Da qui, ad esempio, la realizzazione di una dipendenza energetica dell’Europa dagli Usa, troncando l’asse energetico che la collega a Mosca, il Trattato Transatlantico etc.
L’idea è quella di reimpostare una dualità da Guerra Fredda, dove l’Impero d’Occidente accetta quello d’Oriente e usa della contrapposizione ad esso per rinsaldare la sua presa sulle colonie più riottose al governo centrale.
Con la vittoria di Xi l’Impero d’Oriente si lancia in via definitiva alla conquista di nuovi spazi vitali.
Quello d’Occidente è in preda agli spasmi: le due prospettive, quella realista e l’opzione apocalisse, a volte si intrecciano e sovrappongono, altre confliggono dilaniandone il tessuto connettivo.
Così il confronto tra i due Imperi conosce incognite e rischi imprevedibili.
Di democrazia e libertà
Potrebbe sembrare che lo scontro sia anche tra un modello fondato su libertà e democrazia e un altro del tutto elitario.
Vero in passato, oggi il predominio della Finanza in Occidente ha provocato l’erosione della democrazia e dell’efficacia politico-sociale delle libertà individuali. Così, più semplicemente, a un’élite se ne contrappone un’altra.
Da questo punto di vista il confronto può portare a due variabili di sistema.
L’Impero d’Oriente potrebbe essere contagiato e aprirsi (a suo modo) a istanze di democrazia e libertà.
Dal canto suo, invece, l’Impero d’Occidente potrebbe riscoprire i fondamenti alla base del suo modello come arma vincente del confronto (prospettiva, questa, oggi alquanto improbabile).