Allegretto Nuzi, Madonna con il Bambino
“Allegrettus de Fabriano me pinxit», segue la data, 1369. È la firma che si legge alla base del trono della Madonna, in un bel polittico conservato a Macerata proveniente dalla cattedrale di san Giuliano e oggi al Museo Comunale. La firma accende la curiosità: “Allegrettus” sta per Allegretto. Allegretto Nuzi, un artista protagonista del ‘300 marchigiano, oggi tornato al centro dell’attenzione grazie ad una bella mostra a Fabriano. Allegretto: proprio così. Un nome che mette simpatia anche perché trova una immediata corrispondenza con l’immagine che abbiamo davanti.
È lo scomparto centrale del polittico: la Madonna è circondata da una teoria di angeli e da quattro santi, in dimensioni miniaturizzate (il bello di farsi piccoli all’ombra di Maria…). C’è un senso contagioso di festa in questa tavola così finemente lavorata da un artista che aveva messo a punto anche tecniche sperimentali, come lo “sgraffito” per rimettere in luce l’oro di fondo.
Maria e il Bambino si ergono al centro della tavola; le loro proporzioni sono monumentali ma la sensazione che ne ricaviamo è di una lieta leggerezza. Occupano lo spazio, ma nello stesso tempo lo rendono più lieve. Naturalmente, se si parla di festa, non si può non dar conto del meraviglioso mantello di Maria a motivi geometrici nel segno del quadrato, dove ogni elemento converge verso il punto d’oro al centro. L’invenzione geniale del risvolto nero sulle ginocchia fa risaltare ancor di più ai nostri occhi, per via del netto contrasto, la festosità del mantello stesso.
Ci sarebbero da sottolineare anche l’abito di Maria, prezioso con i suoi motivi vegetali, o il mantellino rosso con decorazioni dorate che copre il corpicino di Gesù. Ma lo sguardo è inevitabilmente attratto da un altro elemento: le mani della Madonna. Come ha sottolineato il curatore della mostra di Fabriano, tra l’altro innamorato studioso dell’artista marchigiano, Andrea De Marchi, le mani di Allegretto Nuzi sono sempre «ben definite, affusolate, prensili».
Stringono, ma senza mai esercitare forza o energia. Sostengono il Bambino semplicemente accarezzandolo. «Una fusione declinata con garbo», scrive De Marchi. Colpiscono le dita allungate che si protendono verso il corpo del Bambino senza nessuna pretesa di possesso, con quella cautela con cui ci si accosta a un dono prezioso: Maria lo tiene stretto ma con grande delicatezza. Quel Bambino è una presenza oltremodo bella e val bene questa festa degli occhi e del cuore allestita da Allegretto.