Jordaens, l'adorazione dei pastori
Cosa fanno i pastori dopo aver ricevuto l’annuncio dall’Angelo in quella notte di Betlemme? «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere», dicono tra di loro prima di mettersi in cammino.
Vanno per “vedere”. È questo il loro compito. E dopo avere visto, continua Luca, vanno a raccontare: «E tutti quelli che udirono si stupirono delle cose che i pastori dicevano». Ma cosa avevano visto da lasciar tutti stupefatti? Questa immagine dipinta da un meraviglioso artista vissuto nel pieno delle violente lotte che opponevano cattolici e protestanti iconoclasti nelle Fiandre, ci aiuta a penetrare nello sguardo di quei pastori.
Il pittore chiama Jacob Jordaens, è un contemporaneo di Rubens. Dipinse questo quadro conservato nel museo dell’Aja intorno al 1630. Il focus della scena è tutto nella figura di quel pastore che si incurva davanti a Gesù, per meglio vedere. S’appoggia al bastone per poter meglio guardare.
Quello che Jordaens ci restituisce, con semplicità e immediatezza. è uno sguardo definito dalla dolcezza di ciò verso cui è rivolto. Vien da pensare che quel pastore darebbe davvero tutto pur di non staccare i suoi occhi dal Bambino, perché in quel Bambino ha trovato un accento, una pienezza che sopravanza tutte le attese del suo cuore.
Ci restituisce un colmo di tenerezza che spiega quella sensazione vissuta da chi ha ascoltato successivamente il suo/loro racconto. Probabilmente i pastori non avevano avuto bisogno di dire niente: è il loro sguardo così diverso, così segnato da ciò che avevano visto ad aver generato lo stupore di chi li ha incontrati. Era bastato quello. Il quadro di Jordaens ce lo testimonia. E c’è da essergli grati perché con un dettaglio così ci rende partecipi di quello stupore.