Marco Richiedei, l'incontro tra Gesù risorto e la Madonna
«Maria fu la prima nel vedere e la prima nel credere alla Resurrezione di Gesù»: lo scrive Sant’Ambrogio nel suo “De Virginum”. Stiamo parlando dell’incontro tra Maria e Gesù dopo la Resurrezione, una situazione “non detta”, ma talmente plausibile e verosimile da essere diventata patrimonio della teologia, e della fede popolare.
Tutti gli anni, nella notte di Pasqua, a Modica si tiene una processione con le due statue di Maria e Gesù che percorrono, portate a braccia, strade diverse della cittadina per arrivare a incontrarsi sulla scalinata del Duomo.
Quest’anno, in pieno lockdown, l’incontro è avvenuto lo stesso, per volontà di un artista, Adrian Paci: Maria, vestita con manto nero, e Gesù hanno attraversato il paese deserto e silenzioso.
Nel momento in cui la Madre vede a distanza il Figlio, vien lasciato cadere il manto e lei apre le braccia semoventi con un gesto istintivo e meraviglioso di contentezza. Un gesto che quest’anno, nella solitudine delle strade spopolate, è parso ancor più vero (grazie a un video realizzato dall’artista che ce lo documenta): deve essere andata proprio così…
Questa circostanza che le fonti non documentano, quasi appartenga a una sfera di intimità, è diventata anche una tradizione iconografica. Sono tantissime, infatti, le opere di artisti che hanno cercato di reimmaginare quell’avvenimento. In genere prevale un’accezione miracolistica, dove la dimensione dell’apparizione prevale su quella dell’incontro: al contrario il rito pasquale di Modica si chiama proprio “U’ncuontru”, e infatti si conclude con la “vasata”, il bacio tra Maria e Gesù.
Anche Marco Richiedei, artista bergamasco di inizio ‘600, si è attenuto a questa visione più reale e più sobria. Maria si avvicina a Gesù ancora segnata dall’esperienza di dolore, ma il suo sguardo è ora tutto teso, quasi imbevuto dalla vista, tanto desiderata, del Figlio risorto e ritrovato.
Stanno parlandosi mentre tendono le braccia l’uno all’altra; si guardano con grande tenerezza. Ma soprattutto si abbracciano, e il movimento delle mani di Gesù che si appoggiano, con delicatezza filiale sulla schiena della madre, dice tutto. La chiama a sé, la rassicura e così facendo riconnette l’inimmaginabile della Resurrezione con il qui ed ora della quotidianità.