La moglie di Pilato, Seneca e il Nazareno
Nel corso di una notte Claudia Serena Procula, moglie di Ponzio Pilato, confida all’amico Lucio Anneo Seneca l’antefatto e il seguito della condanna a morte di Gesù di Nazareth.
Tratto dalla raccolta Morte di Adamo, capolavoro di Elena Bono e pubblicato da Garzanti sessant’anni fa, La moglie del procuratore è un racconto breve e intenso, che a tratti sconfina nella suspence del giallo, intessuto sulla lucida esposizione di fatti di cronaca.
Grazie all’editore Marietti, un anno fa il racconto è stato pubblicato singolarmente con l’intento di far conoscere al pubblico italiano la sua autrice. Scomparsa due anni fa nel silenzio assoluto della critica italiana, Elena Bono è stata una delle più importanti scrittrici della seconda metà del XX secolo. Apprezzata da Emilio Cecchi e Pier Paolo Pasolini, esordì nel 1952 come poetessa e poi come narratrice proprio con Morte di Adamo, una raccolta di racconti che ebbero grande successo soprattutto in Francia e in Inghilterra.
Le straordinarie pagine de La moglie del procuratore coinvolgono il lettore in un drammatico dialogo notturno tra la moglie di Ponzio Pilato e Seneca, precettore di Nerone, senatore e maggiore esponente dello stoicismo a Roma. Forse implicato in una congiura contro l’imperatore (nonostante si fosse ritirato a vita privata), cadrà vittima della repressione e costretto al suicidio da Nerone. La vicenda narrata si svolge proprio nella casa di Seneca, a Roma.
Da molti anni lontana dall’Urbe, al riparo dai clamori mondani nella sua villa nella Pianura Padana, Claudia Serena Procula, ormai vedova di Ponzio Pilato, morto suicida, decide di rivedere il suo vecchio amico. Nella sua casa incontra Flavio Scevino, Calpurnio Pisone e Plauzio Laterano, personaggi reali che nel 65 d.C. faranno parte della congiura di Pisone contro Nerone. Moriranno tutti nella repressione successiva al fallito regicidio (per continuare a leggere cliccare qui).