Il Papa che ha commosso la Cina
Tempo di lettura: 4 minutiNel suo ultimo Concistoro prima dell’annuncio delle dimissioni, papa Benedetto aveva scelto sei cardinali tutti extra-europei. Tra i sei anche il filippino (di origini cinesi) Luis Antonio Tagle. Un ulteriore segno di attenzione all’Estremo Oriente da parte di un pontefice che pure non ha mai viaggiato in quella parte di mondo.
E la Cina pare essersene accorta. In un articolo immediatamente successivo alle dimissioni di papa Ratzinger, il presidente della “Chiesa ufficiale” cinese – l’Associazione cattolica patriottica, i cui vertici sono nominati dal governo di Pechino – ha spiegato che se ci sono state incomprensioni tra la Cina e il Vaticano negli ultimi anni non è dipeso dal papa, ma da una parte del suo entourage: quella che avrebbe lavorato per «fare della Cina un’altra Europa dell’Est», usando della Chiesa per indebolire il governo cinese.
Una parte della stampa internazionale ha provato a dipingere gli ultimi otto anni come una fase di scontro tra il papato e la Cina. A smentire questa immagine, nei giorni scorsi, è arrivata una lettera indirizzata al Santo Padre da parte di un gruppo di cattolici cinesi, laici e consacrati. Nella missiva si parla dei gesti di distensione del papa nei confronti della leadership cinese. E di come le sue dimissioni, immediatamente comprese come gesto di amore per la Chiesa, abbiano «commosso» il mondo, a partire dalla Cina. Ci limitiamo a tradurre la lettera e a pubblicarla quasi integralmente, non serve aggiungere altro.
Caro Santo Padre,
come sa, da lungo tempo noi clero e fedeli di Cina abbiamo portato grande affetto per lei. Le vogliamo bene e offriamo intenzioni speciali per lei nelle nostre Messe e nelle preghiere quotidiane.
Tuttavia, la sera dell’11 febbraio, siamo stati raggiunti da una notizia scioccante e triste. Per l’età avanzata e la debolezza del fisico, Sua Santità ha annunciato di volersi dimettere alla fine di febbraio. Benché molti di noi abbiano avuto l’opportunità di incontrarla di persona, e benché lei non abbia avuto l’opportunità di visitare la Cina e l’Estremo Oriente, le sue dimissioni ci hanno portato alla mente l’amore affettuoso che Sua Santità ha mostrato per il popolo cinese e i cattolici cinesi. […]
Sappiamo che Sua Santità ha prestato particolare attenzione alla Cina e ha conservato un posto speciale nel suo cuore per la Chiesa cattolico in Cina. Lei ha provato a promuovere un dialogo e ad addolcire la croce che portiamo sia mostrando attenzione sia inviando le sue benedizioni alla Cina e al popolo cinese. […] Non dimenticheremo che, durante i festeggiamenti annuali per la primavera, lei non ha solo inviato i suoi saluti a tutte le nazioni che festeggiano l’anno lunare, ma ha anche conferito una benedizione speciale sulle centinaia di milioni di cinesi nostri compatrioti.
Non dimenticheremo mai che, mentre il viaggio della torcia verso i giochi olimpici di Pechino 2008, lei ha offerto il suo saluto giusto e generoso alla Cina e al popolo cinese che si preparava per le olimpiadi.
Non dimenticheremo che quando le tempeste di neve hanno colpito il sud della Cina, quando il Sichuan fu scosso dal terremoto nel 2008, e quando il sisma colpì anche il Qinghai e l’alluvione stravolse il Gansu nel 2010, Sua Santità non solo pianse la morte dei nostri compatrioti ma si rivolse alla Chiesa universale affinché pregasse per le vittime e per tutte le persone – quelle inviate dal governo centrale e i tanti uomini dal cuore nobile – che presero parte alle operazioni di salvataggio, in prima linea nelle aree colpite dai disastri.
Inoltre, chiese agli altri Paesi di tendere le mani per aiutare le regioni terremotate della Cina, pregò il Signore di aiutare la Cina e i cinesi a superare i tempi difficili. E in aggiunta Sua Santità più volte mandò aiuti attraverso il Pontificio consiglio Cor Unum.
Non dimenticheremo neppure le benedizioni e gli auguri per la pubblicazione del Messale in cinese semplificato.
Né le congratulazioni che Sua Santità ha espresso pubblicamente per i nostri nuovi leader nazionali [nominati dal Congresso del Partito comunista cinese del 2012, ndr] e le abbondanti benedizioni inviate al popolo cinese in occasione del suo ultimo messaggio di Natale.
Non dimenticheremo la lunga, storica lettera che ha inviato al clero e ai fedeli cinesi, e la preghiera che scrisse per la Cina poco dopo l’accesso al Soglio pontificio. Non dimenticheremo che negli ultimi otto anni i suoi messaggi rivolti alla Cina hanno contenuto sempre auguri, saluti cordiali e alte speranze. Senza curarsi dei conflitti e dei dolori, senza curarsi di quanto triste e deluso possiamo averla fatta sentire, lei ha sempre abbracciato la Cina e la Chiesa cattolica con amore paterno, ha rispettato e ha mostrato compassione per il popolo e i cattolici di Cina. Lo ricorderemo sempre con affetto nei nostri cuori.
Negli ultimi otto anni, di fronte a situazioni internazionali complesse e cariche di incertezza, Sua Santità di è sforzato di salvaguardare la dignità umana, di perseguire la verità, di difendere i valori della fede, di promuovere una nuova evangelizzazione.
Il 28 febbraio Sua Santità lascerà il Soglio di San Pietro, in pace. L’attitudine libera che ha mostrato nei confronti del potere, degli onori, dei riconoscimenti, e la sua forte reazione umana alle sfide le hanno guadagnato il rispetto del mondo. Il mondo si è commosso, e per noi – clero e cattolici di Cina – è difficile salutarla.
Perdoni, per favore, le nostre debolezze e i nostri limiti. Speriamo che Sua Santità continui ad avere cura del piccolo gregge che vive in Cina e rimanga in contatto attraverso la preghiera col popolo cinese, nella sua prossima vita di ritiro.
Anche noi preghiamo per lei e per il suo successore!